Dopo cinque stagioni, “La Casa de Papel”, come è noto in Spagna, ci ha salutato mandando in onda la seconda e ultima metà della quinta e stagione, che e’ arrivata su Netflix il 3 dicembre. La prima parte si è concentrata fortemente sulla Tokyo (Úrsula Corberó) e il suo retroscena che ha portato alla sua morte inaspettata per mano di César Gandía (José Manuel Poga), ma è ancora presente nella parte 2, narrando la rapina dall’aldilà.
Nel tentativo di giocare la sua ultima carta giusta, il Professore lascia a Sierra il compito di trovare l’oro ed entra nella Banca di Spagna per affrontare Tamayo.
Uno dopo l’altro, dopo che Arteche ha sbloccato ogni ingresso dall’interno della banca per consentire alla polizia spagnola di impossessarsi del posto, la banda viene messa alle strette. Lisbona, Río, Denver, Manila, Stoccolma, Bogotá, Helsinki e Matias sono tutti ammanettati.
Anche se Tamayo minaccia di ucciderli tutti, il Professore non si tira indietro. Restituisce l’oro, ma è solo ottone placcato in oro. Tamayo lo capisce, ma trovano un accordo: per calmare il pubblico, annuncerà che la rapina è finita, l’oro falso rimarrà nella Banca di Spagna e inganneranno le autorità uccidendo per finta l’equipaggio in tuta rossa. “Nessuno insegue un morto, colonnello”, dice il professore.
Uno per uno, vengono trasportati fuori dalla banca nei sacchi per cadaveri. Una volta all’interno dei furgoni, si liberano da soli e scappano finalmente liberi.
Ventiquattro ore dopo, dopo che il Professore si è proposto a Lisbona e il triangolo amoroso Stoccolma-Denver-Manila è stato risolto, la banda si riunisce in un hangar in attesa di un viaggio di sola andata in Portogallo dove il vero oro, dopo essere stato dissotterrato e trasportato in macchina, li aspetterà.
“Non siamo tutti qui”, dice il Professore, accennando a Tokyo, Nairobi, Berlino e Mosca. Ma hanno comunque raggiunto ciò che si erano prefissati di fare: mettere a segno la più grande rapina della Spagna.