La carenza di chip che sta interessando l’economia mondiale ormai da quasi l’inizio della pandemia sta continuando e se anche vengono fatti passi avanti, per risolvere ci vuole ancora tantissima strada e gli ostacoli sono tantissimi. Uno di questi è il fatto che siamo ancora in emergenza e lo è anche la Cina, il paese dove si produce di più e dove i colossi hanno le proprie fabbriche, come Samsung.
Il colosso sudcoreano ha confermato che ha dovuto adeguare, ovvero ridurre sensibilmente, la produzione di semiconduttori nella città cinese di Xian. La suddetta conta 13 milioni di abitanti ed è stata messa in lockdown dal governo a causa di alcuni casi di positività. La grandezza degli impianti interessati avrà un forte impatto sulle forniture e sul prezzo finale dei prodotti, come ormai siamo abituati a causa della carenza di chip generale.
Carenza di chip: altri problemi
Si tratta di due poli produttivi nello specifico i quali però sono responsabili del 15,3% della produzione globale di memorie NAND e il 42,5% della produzione di Samsung. Negli impianti lavorano 3.300 persone e le line produttive sono capaci di gestire un flusso di 250.000 fogli di wafer al mese. L’unico aspetto che potrebbe mitigare la carenza di chip in questo caso sono le scorte stesse del colosso di Samsung.
Un altro problema invece è la presenza di altri poli produttivi della città, nello specifico Micron. Il blocco della produzione della suddetta andrà a interessare le unità DRAM, componenti che hanno un’utilità generale e che la loro mancanza si farà sentire un po’ ovunque.