Ciaran O’Connor, analista dell’Institute for Strategic Dialogue (ISD), ritiene che la disinformazione sul coronavirus su argomenti come vaccini e lockdown ricorda molto la disinformazione ormai nota sui cambiamenti climatici. “‘Green lockdown’ è un termine frequente e visto con terrore in queste comunità cospirative”. O’Connor spiega che i negazionisti vedono entrambi i fenomeni – della pandemia e dei cambiamenti climatici irreversibili – come una strategia del governo per privarci della libertà.
“Il dialogo sul clima, la retorica e la discussione a riguardo saranno trasformati in una discussione sulle libertà dei cittadini”. Jonathan Bright, professore associato all’Oxford Internet Institute, è d’accordo, aggiungendo che “potrebbero esserci più attività” da parte di questi gruppi nel 2022. Iniziano online e si diffondono a macchia d’olio, non bisogna sottovalutarli.
Telegram è diventata la “piattaforma preferita” per i gruppi di cospirazione. Gli esperti sono anche preoccupati che gruppi e comunità vedano anche altre piattaforme tradizionali, come Facebook, Instagram e Twitter, come un terreno fertile per le loro teorie.
O’Connor aggiunge che Telegram oltre ad affermare di aver preso le distanze potrebbe fare di più. “Telegram prende in gran parte un approccio a mani basse su questo. Hanno termini di servizio opinabili. Ciò significa che essenzialmente si battono per altre tematiche, come la violenza e la pedopornografia, come è giusto che sia, ma ignorano tutto il resto.
A febbraio sono emerse le riprese di un uomo che si è confrontato con l’ufficiale Sir Chris Whitty per strada, accusandolo di mentire sui numeri dei casi di coronavirus. A ottobre, i manifestanti sono stati filmati nel Colchester Hospital nell’Essex mentre davano al personale dei documenti legali fasulli che li accusavano di “crimini contro l’umanità”.
All’inizio di dicembre, l’anti-vaxxer Piers Corbyn è stato arrestato con l’accusa di incoraggiare le persone ad attaccare gli uffici dei parlamentari. “Le azioni online hanno conseguenze offline“, spiega O’Connor.
“Quello che stiamo vedendo è l’aumento della minaccia soprattutto nei confronti delle persone che stanno lavorando per proteggerci”. “La nostra missione è rendere il mondo online un posto migliore e più sicuro e affrontare la disinformazione è una parte vitale di questo lavoro”.