Una delle meraviglie più famose e a tratti più inquietanti che il nostro pianeta ha da offrire è senza ombra di dubbio la “Porta dell’inferno” situata in Turkmenistan, nel dettaglio vicino al piccolo villaggio di Derweze, situato nel Deserto del Karakum, 260 km a nord della capitale Aşgabat.
Si tratta di un cratere di fuoco, letteralmente, il quale però non arde da sempre o per effetto della semplice natura, bensì a causa dell’uomo, infatti oltre 50 anni fa una spedizione russa intentata a costruire un pozzo di petrolio, si imbatté in una caverna naturale ricca di gas metano, i ricercatori, convinti fosse dannoso per la salute dei nativi e sperando che il gas così si sarebbe esaurito rapidamente, ebbene quel fuoco arde da oltre 50 anni, fenomeno che ha reso il cratere una delle attrazioni più importanti del paese.
L’attuale presidente dice stop
L’attuale presidente del paese Gurbanguly Berdimuhamedov, ha espresso la volontà di procedere allo spegnimento del giacimento per molteplici ragioni, in primis perchè bruciare tali gas è nocivo più dei gas stessi sia per l’uomo che per l’ambiente, in secondo luogo per lo spreco di risorse per il paese è incalcolabile, in quanto quel gas sarebbe utilizzabile come risorsa economica non indifferente.
Ecco le sue dichiarazioni: “il cratere ardente ha un impatto negativo sia sull’ambiente sia sulla salute delle persone che vivono nelle vicinanze, stiamo perdendo preziose risorse naturali, dalle quali potremmo ottenere profitti significativi da utilizzare per migliorare il benessere della nostra gente”
Dunque se siete degli amanti di questo tipo di attrazioni preparatevi perché presto potrete dire addio ad una di queste, forse la più impressionante.