Uno dei gruppi hacker più famosi è senza dubbio REvil, il famoso gruppo russo si è fatto conoscere per la forte propensione a sferrare attacchi di tipo ransomware contro grandi aziende, finendo con il criptare i loro server per poi dunque mandare offline i servizi collegati per diverse ore.

Per chi non lo sapesse i ransomware fanno proprio questo, penetrano in un server sfruttando una vulnerabilità e poi iniziano a criptare tutti i files in esso contenuti rendendoli virtualmente inaccessibili per sempre a meno che non si disponga della chiave di decriptazione, che gli hackers ovviamente vendevano in cambio di milioni di dollari in criptovalute.

Il famoso gruppo russo vanta nel proprio palmarès nomi autorevoli tra le vittime:

  • Quanta computer: famosa azienda taiwanese che si occupa della produzione di componenti hardware per aziende anche di grosso calibro, i suoi servers vennero bucati e REvil diffuse i primi concept di quelli che sarebbero stati i MacBook Pro 14″ e 16″.
  • Acer: azienda anch’essa taiwanese, ricevette la richiesta di un riscatto da 50 milioni di dollari per evitare la diffusione dei propri dati.
  • Kaseya: azienda che si occupa della produzione di sistemi per la gestione di reti, sistemi e infrastrutture IT, fu attaccata lo scorso anno e ciò causò il blocco dei servizi di numerose aziende che basavano le proprie reti proprio sui sistemi Kaseya, tale attacco è stato però l’errore che ha permesso alle autorità di smantellare il team russo.

 

14 arresti nelle file hacker

Lo scorso Novembre vennero arrestati due elementi colpevoli, Yaroslav Vasinskyi e Yevgeniy Polyanin, ucraino e russo, che vennero trovati in possesso di 6,1 milioni di dollari riconducibili a pagamenti ransomware, rischiano 115 e 145 anni di carcere, rispettivamente.

La FSB non ha dichiarato in nomi dei soggetti recentemente arrestati, ha però descritto ciò che è stato sequestrato insieme agli arresti: 426 milioni di rubli, 600.000 dollari statunitensi e 500.000 euro, wallet digitali, apparecchiature informatiche e ben 20 automobili di lusso acquistate con i proventi della cybercriminalità.

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