Entro un ventennio si calcola una riduzione del 25% per la forza lavoro in molteplici ambiti. Questo quanto emerso da un’analisi di Forrester nel corso di un’attenta valutazione del vivere moderno. Nella lente di ingrandimento sono finite le cinque maggiori potenze economiche dell’Europa, ovvero Francia, Germania, Italia, Spagna e UK. Oltre 12 milioni i posti vacanti occupati da robot tutto fare.
Il calcolo netto dipinge un quadro drammatico nella sfera del lavoro. Le persone si gettano nello sconforto di fronte alla nuova prospettiva evolutiva del settore. Vero che la progettazione dei robot richiederà 9 milioni di lavoratori
ma è pur vero che con il sempre più incisivo intervento di questi ultimi andranno a perdersi numerosi impieghi umani.L’incentivo all’accelerazione dell’automazione indotto dalla pandemia sta portando molte aziende a sostituire l’intervento umano con quello automativo delle intelligenze artificiali. I robot, semplicemente, non si ammalano e non hanno impegni extra lavorativi. A farne le spese maggiori saranno coloro che non godono di grande specializzazione tecnica. In tale contesto ne risente il 38% della forza lavoro totale in Germania, il 34% in Francia e il 31% in Regno Unito: di conseguenza i posti di lavoro a rischio sarebbero 49 milioni.
“I lavori che prevedono attività semplici e di routine sono maggiormente a rischio per l’automazione: Paesi come Francia, Germania, Italia e Spagna, dove l’industria, l’edilizia e l’agricoltura contribuiscono in modo notevole al fatturato economico complessivo, stanno investendo nell’automazione industriale così da aumentare produttività”.