Secondo la società di sicurezza informatica NordVPN, le carte bancarie rubate sarebbero in vendita sul dark web (un gruppo nascosto di siti web accessibili solo da browser Web specifici) con prezzi che vanno da 1 a 20 euro.
La maggior parte delle carte emesse viene venduta a truffatori per 16 dollari, ma il prezzo medio complessivo e’ di 11,06.
Le carte più costose si trovano in Giappone, con un prezzo medio di 30 dollari, mentre le carte più economiche del dark web appartengono all’Honduras con un prezzo medio inferiore a 1 dollaro.
Circa 134.607 carte emesse nel Regno Unito sono state trovate in vendita sul dark web. È stato il secondo paese europeo più colpito dopo la Francia che ha avuto 154.016 carte violate.
NordVPN afferma che anche l’Italia rimane un bersaglio popolare per i criminali a causa della sua numerosa popolazione e dell’elevata qualità della vita.
Marijus Briedis, CTO di NordVPN, ha dichiarato: “Le carte di pagamento europee sono piuttosto costose (rispetto alla media mondiale di 9,70) nonostante le politiche di prevenzione delle frodi delle carte di pagamento di facile utilizzo del Paese. Se una carta di pagamento smarrita o rubata viene utilizzata in modo illegale, la responsabilità ricade sulla banca. Ecco perché molte banche hanno adottato misure di sicurezza aggiuntive per proteggere i propri clienti.”
Il comunicato delle banche contro questa vendita illegale
“I prezzi delle carte dipendono principalmente dalla domanda. Maggiore è la domanda, più soldi i criminali possono addebitare per determinati dati che cercano di vendere. In questo caso, la domanda è direttamente correlata a quanto sia facile rubare denaro da una carta e quanto denaro potrebbe essere rubato. Ecco perché le carte più costose provengono da paesi con una qualità della vita più elevata o con misure di sicurezza bancarie più scadenti”.
L’anno scorso è stato riferito che i dati personali dei clienti dell’agenzia immobiliare Foxtons Group erano in vendita sul dark web. Circa 16.000 carte di credito e di debito appartenenti ai clienti di Alexander Hall, l’attività di intermediazione di mutui di Foxton, così come l’indirizzo e la corrispondenza privata, erano liberamente accessibili ai potenziali truffatori.
Un portavoce di Foxtons ha dichiarato: “È stata condotta una revisione forense completa e ICO e FCA hanno confermato che l’attacco non ha comportato la perdita di dati che potrebbero essere dannosi per i clienti”.