Un’indagine condotta dall’Agenzia spaziale europea (ESA) ha suggerito che mettere gli astronauti in ibernazione potrebbe essere il modo migliore per garantire loro un viaggio sicuro su Marte.
Considerando quanto tempo ci vuole per raggiungere il pianeta rosso, gli esperti che lavorano a questo esperimento affermano che questo metodo ridurrebbe i costi di lancio, ridurrebbe le dimensioni del veicolo e manterrebbe gli astronauti in salute durante il loro viaggio.
È noto che gli esseri umani, quando sono svegli, consumano l’energia che otteniamo dal cibo. Dal momento che un viaggio di andata e ritorno sul pianeta rosso richiederebbe circa due anni, gli astronauti avrebbero bisogno di portarsi dietro cibo e acqua per l’intero viaggio.
Jennifer Ngo-Anh, coordinatrice della ricerca e del carico utile dell’ESA per l’esplorazione umana e robotica, afferma secondo il rapporto: “Parliamo di circa 30 kg (di rifornimenti) per astronauta a settimana, e per di più dobbiamo considerare le radiazioni così come le sfide mentali e fisiologiche.”
Questi esperti affermano che l’esplorazione di lunga durata può essere resa più fattibile se si riducono le forniture e le dimensioni dei veicoli spaziali riducendo del 25% le attività metaboliche degli astronauti.
“Dove c’è vita, c’è stress. La strategia minimizzerebbe i livelli di noia, solitudine e aggressività legati alla reclusione in un’astronave”, ha aggiunto Ngo-Anh.
Per dare vita all’idea, l’ESA ha rivelato che sta pensando ad una capsula di ibernazione per astronauti suggerita dagli scienziati. Questo pod sarebbe stato progettato per fungere da ambiente silenzioso con impostazioni ottimizzate con luci soft, a meno di 10°C e umidità elevata.
Sarebbe la soluzione a tutti i problemi
Secondo l’agenzia, gli astronauti in questa capsula indosseranno abiti speciali insieme a sensori per consentire agli scienziati di misurare la frequenza cardiaca, la temperatura e la postura. È interessante notare che, mentre gli astronauti dormono, il veicolo spaziale sarà controllato dall’intelligenza artificiale in caso di anomalie o emergenze.
Alexander Choukér, professore di medicina presso l’Università Ludwig Maximilians di Monaco, ha affermato secondo l’ESA: “Oltre a monitorare il consumo di energia e le operazioni autonome, i computer a bordo manterranno le prestazioni ottimali del veicolo spaziale fino a quando l’equipaggio non si sarà svegliato“.
Inoltre, gli astronauti, durante il loro periodo di letargo, sarebbero protetti dalle radiazioni nocive nello spazio esterno e la loro densità muscolare e ossea sarebbe intatta. Questo è significativo perché gli effetti delle radiazioni sull’equipaggio diretto a Marte, che non sarebbe protetto dal campo magnetico terrestre, potrebbe causare la morte cellulare, malattie da radiazioni e persino cancro.