Forrest, presso la Corte dei magistrati dell’Australia occidentale, ha accusato la piattaforma di aver violato le leggi australiane sul riciclaggio del denaro non riuscendo a prevenire falsi annunci a riguardo. “Le tre accuse presentate affermano che Facebook è stato sconsiderato. Non ha adottato misure sufficienti per impedire a malintenzionati di utilizzare la piattaforma per diffondere pubblicità fraudolente e profondamente disoneste”.
“Questa azione legale segue molti tentativi da parte di Forrest per impedire a Facebook di utilizzare la sua immagine con lo scopo di truffare gli utenti. Ha affermato che Facebook, l’anno scorso rinominato Meta
, “non è riuscito ad adottare misure di controllo consone”. “Si presume che tali pubblicità fraudolente abbiano utilizzato la mia immagine e l’immagine di altri noti australiani dal 2019“, aggiunge Forrest.In una dichiarazione, ha inoltre affermato che la causa legale “è stata intrapresa per conto degli australiani, per proteggere i loro soldi”. Lo scorso settembre è stato avviato anche un procedimento civile in California contro la società. L’udienza iniziale del caso dovrebbe tenersi presso la Western Australia Magistrates Court il 28 marzo. “Adottiamo un approccio multiforme per fermare questi annunci. Lavoriamo non solo per rilevare e rifiutare gli annunci stessi, ma anche per bloccare gli inserzionisti dai nostri servizi. E in alcuni casi, intraprendendo azioni giudiziarie per far rispettare le nostre politiche”. Questo quanto replicato dall’azienda.