Arrivano in Italia le nuove regole per operare con le criptovalute, una stretta improvvisa che pochi si aspettavano.
Il Ministero delle Economia e delle Finanze emana un decreto
Col dilagare del fenomeno Crypto, il Ministero delle Economia e delle Finanze emana un decreto con le nuove regolamentazioni.
Negl’ultimi tempi, in vari stati del mondo abbiamo assistito a quello che molti definiscono un tentativo di boicottaggio contro le monete virtuali. L’inserimento di nuove norme e regole paiono spesso discutibili, basti pensare alla Cina che ha messo Bitcoin al bando.
Altri sostengono che il problema principale è che le Crypto siano decentralizzate dal sistema di controllo bancario, ed effettivamente questo è stato un argomento del G7 di Ottobre. Si è inoltre parlato di un sistema di Central Bank Digital Currency, con lo scopo di emettere moneta virtuale dalle banche centrali.
Crypto: Le nuove regole in Italia
Le normative del decreto, a breve in pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, paiono proprio voler percorrere la direzione di un controllo centralizzato.
Il provvedimento, prevede l’obbligo per gli operatori del settore di essere iscritti a un registro dell’OAM ”Organismo Agenti Mediatori Creditizi”.
Fino a qui parrebbe tutto ok, ma gli operatori e Exchange come Crypto.com o Binance avranno anche l’obbligo di fornire i dati dei propri clienti e una lista dettagliata delle transazioni ogni 90 giorni.
Seppur vero e cosa giusta che i proventi delle operazioni finanziarie debbano essere dichiarati e tassati, prima delle creazione di questo registro, le operazioni di controllo erano complicate. Da ora in poi, Oam insieme alla GdF e alla agenzia delle entrate, potranno effettuare rilevazioni precise. Nessuno potrà più sfuggire dal fisco o immagazzinare introiti di illecita provenienza nei portafogli virtuali.
Nell’attesa della conversione in legge del decreto, sarà curioso capire la posizione assunta dai principali Exchange, come Binance che ha affermato: ”Queste regole sono inutili e frenano la crescita delle E-coin.
Pare tuttavia non ci sia scampo per nessuno, poiché per operare legalmente in Italia la registrazione all’Oam sarà obbligatoria.