Google ha l’abitudine di rimuovere le app dal suo App Store per motivi ingiustificati e apparentemente spesso automatizzati. Altre due app sono recentemente scomparse senza alcun motivo.
Simple Keyboard rimossa dal Play Store
L’app open source Simple Keyboard è una delle ultime vittime delle strategie di Google. L’app e l’intero account dello sviluppatore sono stati rimossi dal Play Store il 28 gennaio 2022, apparentemente senza alcuna motivazione. Lo sviluppatore non ha ricevuto nessuna e-mail prima della risoluzione e non ha modo di capire esattamente cosa avrebbe fatto di sbagliato.
Tre anni fa l’app è stata accusata di aver copiato l’icona di un’altra applicazione. Si ritiene che questo potrebbe essere il motivo della rimozione improvvisa. Lo sviluppatore è stato avvertito solo della rimozione dell’account. Al momento della rimozione, Simple Keyboard aveva da poco compiuto otto anni sul Play Store con oltre 1,2 milioni di installazioni e 104.000 utenti attivi.
Un’altra app, stesso destino: LeafSnap
L’app per identificare e prendersi cura delle piante – LeafSnap – è stata rimossa dal Play Store (e un po’ di tempo fa anche dall’Apple Store). Inizialmente, Google e Apple hanno deciso di rimuovere l’app appellandosi alle proprie politiche che pare siano state violate. Tuttavia, gli sviluppatori dell’app hanno dimostrato più volte che l’app era perfettamente in regola sotto ogni punto di vista.
Apple ha prontamente rimediato all’errore. Nel frattempo, Google, non ha ancora ripristino a pieno l’app, nonostante abbia ricevuto le stesse documentazioni inviate ad Apple. Al momento l’app è disponibile nel Play Store ma sarà in fase di revisione per almeno una settimana, dopo un’attesa durata già alcuni mesi. Prima della rimozione, l’app vantava circa 3 milioni di download ed era tra le prime 50 app scaricate.
Dato che Google sta guadagnando letteralmente miliardi di dollari grazie al taglio su tutti gli acquisti in-app nel Play Store, lo stato del suo supporto per gli sviluppatori è a dir poco terribile. Le ingiustizie che gli sviluppatori indipendenti sono costretti a sopportare di fronte ai sistemi automatizzati dell’azienda sono inaccettabili.