Un articolo pubblicato sulla rivista Nature Astronomy descrive uno studio che utilizza simulazioni al computer di galassie che hanno mostrato, contrariamente alle ipotesi degli astronomi, che le galassie possono esistere senza materia oscura, che gli scienziati ritengono essenziale. Affinché ciò si verifichi, tali galassie devono sopravvivere a incontri ravvicinati con galassie più massicce.
È una scoperta che non solo amplia la comprensione degli scienziati sull’evoluzione e sul comportamento dei corpi celesti, ma preserva l’importante ruolo svolto dalla materia oscura nell’universo. Inoltre, suggerisce importanti esperimenti futuri per il James Webb lanciato di recente nello spazio. Il nuovo studio è nato da due scoperte che hanno minacciato di stravolgere le fondamenta di ciò che sappiamo oggi sulle galassie.
Nel 2018, un team di astronomi di Yale ha scoperto una galassia nana – NGC 1052-DF2 – che possedeva poca o nessuna materia oscura. La materia oscura è ciò che si ritiene costituisca l’85% dell’universo. “Il motivo per cui crediamo sia possibile è il modo in cui si muovono le stelle. Si muovono troppo velocemente e ci deve essere qualcosa che le tiene insieme”, spiega Jorge Moreno. “È un po’ come se la materia oscura fosse il collante
che tiene insieme tutto”.Recentemente è stato scoperto che anche una seconda galassia, AGC 114905, ha poca o nessuna materia oscura. Tali osservazioni hanno posto un vero problema per gli astronomi. Ci sono entità che secondo l’astrofisica non dovrebbero esistere se prive di materia oscura. “Quello che scopriamo è che le galassie in realtà non scelgono l’una o l’altra”. “Le più piccole attraversano la galassia con cui collidono, la attraversano più volte e sopravvivono. Per qualche motivo sopravvivono, ma pagano un prezzo: finiscono per rinunciare alla loro materia oscura”.
“Secondo i nostri calcoli, il 30% delle galassie più massicce dovrebbe avere almeno un satellite senza materia oscura”, spiega il dottor Moreno. “Qualche settimana fa abbiamo lanciato il JWST, il James Webb Space Telescope. Uno strumento ideale per proseguire gli studi in questa direzione”.