Anthony Chavez, vicepresidente della gestione dei prodotti per la sicurezza e la privacy di Android, ha annunciato la creazione di una “privacy sandbox” sulla piattaforma Android per facilitare l’introduzione di opzioni pubblicitarie più nuove e private. Questi metodi limitano la condivisione delle informazioni dell’utente con terze parti e non dipendono dall’identificazione tra app, come gli ID pubblicitari. Lo scopo della creazione di una sandbox per la privacy di Android è creare soluzioni pubblicitarie efficaci e che migliorano la privacy.
A partire da oggi, gli sviluppatori possono esaminare i progetti preliminari e fornire feedback sul sito degli sviluppatori Android, secondo Anthony. Durante tutto l’anno, Google intende fornire un’anteprima per gli sviluppatori insieme alla versione beta, oltre a migliorare regolarmente il design e la pianificazione. Google implementerà una sandbox per la privacy sul lato Web nel browser Chrome nel giugno 2021. Lo scopo della sandbox è proteggere le informazioni personali fornendo anche strumenti efficaci per gli inserzionisti per la promozione a determinati gruppi.
Secondo fonti dei media, un’organizzazione no profit fondata dall’imprenditore olandese Alexander Klöping si sta preparando a intentare un’azione collettiva contro Google e Apple e sta attualmente raccogliendo querelanti. Apple e Google, secondo Klöping, stanno abusando della loro posizione addebitando agli sviluppatori di app fino al 30% di ogni acquisto nei loro app store. Questo è ingiusto e gli sviluppatori di app sono obbligati a trasferire la spesa sui clienti.
Secondo l’App Store Claims Foundation, guidata da Klöping, “Apple e Google limitano la concorrenza degli app store e dei metodi di pagamento digitali”. Fanno pagare anche gli acquisti digitali effettuati tramite i loro mercati di app. Inoltre, commissioni elevate fino al 30% sono vietate dalla legislazione sulla concorrenza”.
Secondo la fondazione, i clienti olandesi hanno pagato circa 1 miliardo di euro agli App Store di Apple e Google dalla loro introduzione. A tal fine, la fondazione è pronta a chiedere il rimborso ad Apple e Google per questa parte della spesa.