In risposta alle operazioni militari russe in Ucraina, i principali colossi di Internet degli Stati Uniti hanno bloccato la capacità dei media statali russi di monetizzare i loro contenuti su quelle piattaforme. Da parte sua, Meta ha proibito ai media statali russi di pubblicare pubblicità e monetizzare i propri contenuti su Facebook in tutti i paesi in cui la piattaforma social è disponibile.
Il capo della politica di sicurezza di Meta, Nathaniel Gleicher, ha twittato di aver ufficialmente reso illegale per i media statali russi pubblicare pubblicità o monetizzare sulla piattaforma in qualsiasi parte del mondo. La società sta anche continuando a classificare altri media statali russi.
Secondo NPR, YouTube di proprietà di Google ha imposto le stesse limitazioni a vari media ufficiali russi. Ad esempio, il sito di condivisione video ha impedito a RT e ad altri media ufficiali russi di ricevere denaro tramite annunci pubblicitari. YouTube nasconde quei canali dai consigliati e li blocca in Ucraina su richiesta del governo.
Twitter ha anche affermato che “interrompe temporaneamente la pubblicità in Ucraina e Russia per garantire che le informazioni vitali sulla sicurezza pubblica vengano elevate e che le pubblicità non vengano rimosse”. Secondo NPR, il servizio di microblogging ha già vietato la pubblicità dei media statali dal 2019.
Le restrizioni pubblicitarie non sono le uniche misure adottate dai colossi di Internet degli Stati Uniti nel bel mezzo della guerra militare ucraina. Meta ha anche istituito un Centro operativo speciale per assistere nella risposta alle crisi in tempo reale. Facebook ha recentemente lanciato una funzione che consente agli utenti ucraini di bloccare i propri profili con un solo clic, tra le altre cose.