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Facebook e Twitter bloccati in Russia dal garante dal Cremlino

La decisione comunicata in giornata da parte del garante delle comunicazione Russo, Roskomnadzor, prevede il blocco di Facebook e Twitter su tutto il territorio.

Facebook  e Twitter: L’accusa di favoritismi e discriminazione

 

Il provvedimento comunicato oggi dall’agenzia Russa, nasce dalla analisi degli spazi dedicati da Facebook e Twitter ai differenti media e notiziari.

Secondo Roskomnadzor, che è l’ente Russo regolatore delle comunicazioni, la colpa dei social e di non concedere la stesso spazio indistintamente alla varie notizie ed emittenti.

Nel comunicato si parla di aperta discriminazione verso i media della Russia, senza valide motivazioni e colpe nei loro confronti.

Secondo Unione europea e Stati Uniti, i social sarebbero utilizzati impropriamente da Mosca, accusando le testate giornalistiche di essere dei portavoce del Cremlino.

Intanto In Russia viene approvato una legge che inasprisce le pene contro la diffusione di Fake News, con particolare riferimento a notizie riguardanti i bombardamenti su scuole ospedali o sulle uccisioni di Civili nel conflitto.

Qualche giorno fa, il governo Russo chiese a tutti i notiziare del territorio di evitare di utilizzare la parola invasione per descrivere l’operazione in corso, in quanto non rispecchiava la realtà dei fatti.

 

Una guerra su tre livelli: campo di battaglia, diplomazia e propaganda

 

Una guerra fatta non solo di armi e soldati, ma che si combatte su altri due fronti: quello diplomatico e quello propagandistico.

Quest’ultimo in particolare accusato, reciprocamente, dai vari stati di essere un mezzo di disinformazione.

Da un lato la Russia accusa i media occidentali di diffondere falsità sul conflitto, su richiesta dei governi. Dall’altra i media Russi accusati dagli Stati occidentali di montare servizi riduttivi, che distorcono le atrocità del campo di battaglia.

Proprio a tal proposito, le Apple ha deciso di rimuovere dall’Apple Store le applicazioni di news di Russia Today e Sputnik. Anche Google ha intrapreso la stessa azione sul Play Store, dove non risultano più disponibili.

 

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Pubblicato da
Mirko