Il mistero delle app Android che si aprono automaticamente ed avviano specifiche funzioni è stato risolto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Darmstadt in Germania e della Zhejiang University di Hangzhou, in Cina.
Fondamentalmente si tratta del malware fantasma in grado di prendere il controllo del nostro telefono generando tocchi sul display. Inpoche parole, un utente remoto potrebbe impersonarci prendendo possesso di tutti gli input locali con tutte le conseguenze che il caso implica.
La minaccia è decisamente reale visto che gli esperti hanno replicato con successo l’avvio di chiamate, scritture di messaggi e molto altro ancora su più dispositivi famosi. Ecco come è andata.
Imitare i tocchi a schermo è possibile sfruttando le interferenze elettromagnetiche. Il controllo da parte di un hacker esperto è cosa fattibile.
Tra gli scenari del tocco fantasma nove dei dodici modelli in esame ha fallito risultando facilmente manipolabile in più circostanze. Tranne che per i device con display anti-interferenza si è registrato un nulla osta contro potenziali attacchi. Modelli come Nexus 5e e Google Pixel 1 non sono immuni come del resto non lo sono neanche modelli più recenti come Galaxy S20 FE e Oneplus 8T.
In modo del tutto plausibile è potenzialmente possibile insediare malware, scaricare app compromesse e connettersi attraverso le varie interfacce wireless ad altri dispositivi. Si possono avviare chiamate nascoste ed inviare messaggi con le varie applicazioni. Ogni momento è buono per essere spiati e manipolati.
Buoni i risultati ottenuti con iPhone 7 Plus sebbene l’analisi di un solo modello non possa concorrere a generare risultati validi.