Come annunciato Airbnb ha chiuso le prenotazioni per Russia e Bielorussia, come ritorsione e protesta contro la guerra. Sulla stessa linea anche altre agenzie di viaggio, come Expedia e Priceline, che hanno interrotto i servizi.
Il panorama economico e politico ci mostra una Russia sempre più isolata. Tantissime le aziende che hanno cessato le attività, come ad esempio Apple che non venderà più i propri prodotti e Ikea con la chiusura di 17 punti vendita.
Tuttavia, nonostante il disastroso conflitto in corso in Ucraina, Airbnb è pienamente operativa ed è stata protagonista e mezzo di un grande aiuto umanitario per i civili.
Airbnb ha dichiarato il 5 marzo di aver ricevuto oltre 62 Mila prenotazioni, per case e alberghi in Ucraina, in sole 48 ore.
Ovviamente si tratta di turisti non ci metteranno mai piede, vista la drammatica situazione.
In questo modo l’azienda destina immediatamente i fondi ai titolari degli immobili, diventando di fatto un metodo rapido e veloce per effettuare delle donazioni al popolo Ucraino in grande difficoltà.
Le donazioni sono giunte per la più dagli Stati Uniti, seguite da quelle di Londra e Canada, dimostrando la vicinanza e il gran cuore delle persone che vogliono dare man forte e far sentire la vicinanza all’Ucraina.
Utilizzando questo escamotage si ha la certezza che i fondi arrivino direttamente ai destinatari. Il rischio di frodi è praticamente nullo, in quanto l’azienda ha tutti i dati bancari dei titolari delle residenze in affitto.
Pare inoltre che Airbnb non abbia trattenuto alcuna commissione, inviando il 100% dei fondi.
L’amministratore delegato, Brian Chesky, ha parlato della vicenda su Twitter e si è detto entusiasta dell’iniziativa, specificando che nei fatti si tratta di libere donazioni.