Al momento nel nostro paese è stata pressoché individuata soltanto una variante del Coronavirus, cioè la variante Omicron. La variante Delta sembra infatti non essere stata più rilevata. Tuttavia, quello che spaventa sono le versioni di Omicron, che ora sono ben tre.
Secondo le analisi del Ceinge-Biotecnologie avanzate, basate sui dati della banca internazionale Gisaid, nel nostro paese la variante Omicron rappresenta praticamente il 100%. Come già accennato, però, questa variante del virus si è moltiplicata, arrivando ad avere tre versioni più una sottoversione.
La versione B.A.1 costituisce al momento il 53%, la versioneB.A.1.1 è presente nel nostro paese al 36%, la versione B.A.2 è invece presente al 5%. La sottoversione B.A.3, invece, sembra essere ancora poco individuabile. Secondo Massimo Zollo
, ovvero genetista e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge, tutte queste versioni di Omicron sono in realtà delle nuove varianti.“Si osservano anche nuove mutazioni, che non si sa se prenderanno piede. Quello che si sta vedendo, è che in tutte le sottovarianti di Omicron la maggior parte delle mutazioni si trova nella proteina Spike (S), con la quale il virus aggredisce le cellule umane. Le mutazioni osservate si trovano soprattutto sulla proteina Nuclecapside (N), importante perché aiuta il virus a replicarsi, e sulla quale non si nota al momento una pressione selettiva”.
Secondo il genetista, “questo fenomeno potrebbe far pensare che il virus stia cercando nuove chiavi di ingresso e vie d’uscita per sfuggire agli anticorpi”. Il genetista ha però concluso che “per dimostrare questa ipotesi occorrono dati consolidati”.