Nella foto si possono notare le varie fasi dell’implosione

La Russia nel conflitto Ucraino ha utilizzato delle bombe termobariche, contro siti indicati dal Cremlino come sedi di laboratori chimico batteriologici.

 

Bombe termobariche: ecco cosa sono e come funzionano!

Le bombe termobariche sono chiamate anche bombe a vuoto o a implosione.

Quando esplodono, inizialmente, disperdono nell’atmosfera una determinata quantità di idrocarburi che si miscelano con l’aria presente.

Subito dopo, si ha una seconda fase in cui tale miscela, opportunamente innescata, brucia molto rapidamente e consuma l’ossigeno atmosferico presente nell’area colpita, con l’effetto di creare una violenta depressione chiamata implosione ( una corrente d’aria molto forte che si concentra come in una palla). La reazione chimica associata è rapida e violenta e avviene tra un combustibile vaporizzato in goccioline ed un comburente (l’ossigeno atmosferico).

L’onda d’urto al contrario delle normali bombe dove avviene dal centro dell’esplosione verso l’esterno, con le termobariche si ha esattamente l’effetto opposto (Pensiamo potrebbe interessarti anche: Come salvarsi da una guerra Nucleare.).

 

Dove sono state usate le termobariche e a quale scopo?

Il grande calore generato da questi ordigni non lascia scampo, bruciando ogni forma di vita biologica.

Secondo Mosca in Ucraina sono presenti diversi laboratori di armi chimiche e batteriologiche, realizzati del governo Usa in collaborazione con Zelensky per scopi militari.

L’obbiettivo del presidente Putin, fra le altre cose, parrebbe essere proprio la distruzione di questi centri di ricerca, considerati molto pericolosi e poco etici.

Le bombe termobariche si prestano bene a questo ruolo proprio per il grande calore generato, in grado di bruciare ogni virus e battere presente nei laboratori.

L’esercito Russo ha dichiarato che i laboratori sono realizzati tutti nel sottosuolo, per questioni di sicurezza e di segretezza. Mosca ha poi aggiunto: ”Si è reso necessario in diverse occasioni bombardare più volte i siti poiché inizialmente gli ordigni non riuscivano a penetrare in profondità nel terreno.

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