Una nuova legge, approvata del parlamento russo, minaccia coloro che pubblicano quelle che le autorità considerano false informazioni sull’invasione in corso dell’Ucraina da parte del Paese. Chiunque sia ritenuto colpevole di aver diffuso informazioni e dati falsati sulle forze armate russe sarà punito con una pena detentiva fino a 15 anni o una multa fino a 1,5 milioni di rubli. In seguito all’approvazione di questa legge, diverse testate giornalistiche che lavorano in Russia, tra cui CNN, BBC e Bloomberg News, hanno iniziato a valutare le loro opzioni, inclusa la sospensione delle loro operazioni nel Paese.
Secondo quanto riferito, alcune organizzazioni stanno limitando l’uso dei titoli che si scagliano contro la Russia. Inoltre, stanno adottando termine tipici del governo di Putin per dipingere questa invasione come una “semplice operazione militare di tipo speciale” o “missione di mantenimento della pace”. “TikTok è uno sbocco per la creatività e l’intrattenimento che può fornire una fonte di sollievo durante un periodo critico. Tuttavia, la sicurezza dei nostri dipendenti e dei nostri utenti rimane la nostra massima priorità”, questo quanto dichiarato dall’azienda in risposta ai provvedimenti.
“Continueremo a valutare l’evoluzione delle circostanze in Russia per determinare quando potremmo riprendere completamente i nostri servizi”. Netflix ha a sua volta affermato di aver sospeso l’uso della sua piattaforma in Russia. Un portavoce della società ha annunciato che il gigante dello streaming sta tagliando tutti i legami con il Paese, escludendo i cittadini russi dai suoi servizi. “Date le circostanze, abbiamo deciso di sospendere il nostro servizio in Russia”, conferma il portavoce.
La nuova legge sulle “fake news” rappresenta una mossa del Cremlino per impedire ai cittadini russi di ribellarsi e di diffondere le atrocità che si stanno verificando in Ucraina a causa dell’esercito russo. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio, le proteste sono scoppiate in più di 100 città. Almeno 10.900 persone sono state arrestate, secondo il progetto OVD-Info, un gruppo russo indipendente di monitoraggio dei diritti umani. Proteste simili si sono verificate negli ultimi giorni in molte grandi capitali, tra cui Londra, Lisbona, Parigi e Roma.
I manifestanti spesso utilizzano TikTok per documentare le loro voci e azioni. In risposta, il ministero dell’Interno russo ha avvertito che qualsiasi tentativo di organizzare proteste non autorizzate sarebbe stato impedito. Gli organizzatori dovranno pagarne le conseguenze. Da qui la decisione di TikTok di sospendere i post a riguardo non per appoggiare le idee di Putin ma per tutelare i suoi utenti.