È ufficiale, il Governo ha promulgato il decreto contro il caro energia. Si prevedono cali fino a 25 centesimi sui prezzi di benzina e diesel. Stiamo forse tornando alla normalità? Ecco gli ultimi aggiornamenti sul caro carburante.
Caro carburante: il parere contrariato dell’UNC
Come dicevamo, ci sarà un taglio di 25 centesimi di euro al litro. Il Ministro dell’Economia Daniele Franco spiega: “Intendiamo tassare una quota del margine fra operazioni attive a fini iva e operazioni passive a fini Iva dell’ultimo semestre rispetto al medesimo semestre di un anno fa. Interverremo dove gli aumenti sia in termini percentuali che assoluti sono significativi. La percentuale è del 10%.”
La brutta notizia è che tale misura durerà solamente fino alla fine del mese di aprile. Il Governo si giustifica spiegando di voler dapprima valutare come si comporterà il mercato nel corso delle prossime settimane. Poi, eventualmente, deciderà il da farsi. “Uno dei motivi per accorciare il periodo di intervento è anche vedere come si comporta il mercato nei prossimi giorni e settimane. Lo seguiremo ed esamineremo e poi decideremo, però intanto è importante cercare di attraversare questo periodo di grande volatilità.”
Il decreto “misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina“, non si limita solamente ad interventi contro il caro carburante, ma anche agli aumenti del gas e dell’elettricità.
L’Unione Nazionale dei Consumatori, in disaccordo, ha però replicato: “E’ evidente che 25 cent sono meglio di 8,5, ma si tratterebbe comunque di un ribasso inadeguato e insufficiente. Nei giorni scorsi ne avevamo chiesti il doppio, almeno 50 cent. In pratica, conteggiando anche l’Iva al 22%, i prezzi si ridurrebbero di circa 30 cent, 30,5 cent, ossia, prendendo gli ultimi dati ufficiali del Mite, secondo i quali la benzina in modalità self service viene venduta in media a 2,185 euro al litro e il gasolio 2,155 euro al litro, i carburanti scenderebbero sia sotto la soglia di 2 euro che sotto la soglia di 1,9 euro, ma non tornerebbero nemmeno ai livelli precedenti il conflitto, ai valori pre-guerra. La benzina, infatti, con la riduzione delle accise arriverebbe a 1,88 euro (era 1,869 nella rilevazione settimanale del 28/02/2022) e il gasolio si attesterebbe addirittura a 1,85 euro (era 1,740 euro il 28/2). Per il servito, ovviamente, sarebbe ancora peggio.”