Se nella vita ci vuole ottimismo, in questo caso ci vediamo nero. Ognuno di noi può notare con i suoi occhi quanto la crisi pandemica abbia portato degli strascichi a svariati settori, uno tra questi è proprio il cinema. Basti pensare che nel weekend prima degli oscar i cinema italiani hanno incassato in totale 2,87 milioni di euro: nonché il 62,8 per cento in meno rispetto al 2019. Nel 2022, sono arrivati a 66,7 milioni di euro (meno della metà rispetto al 2020 e il 60 per cento in meno rispetto al 2019).
Cinema: i dati attuali e la teoria di Alessandro Rossi
Ragionando invece per spettatori, nei primi tre mesi del 2022 sono stati venduti meno di 10 milioni di biglietti, il 57% in meno rispetto al 2020 e il 62% in meno rispetto al 2019. In Europa quasi in tutti i paesi si è verificata una lieve crescita, ad eccezione di Italia, Estonia, Lettonia, Lituania e Slovacchia. Per farvi un esempio concreto, in Germania sono cresciuti del 25,8 per cento, in Spagna del 46,4 per cento e in Francia del 47,1 per cento.
Secondo il documentarista, regista e sceneggiatore Alessandro Rossi: “Esce un film, lo chiedo all’agente di zona, attacco due manifesti e aspetto il pubblico. Non serviva la pandemia per rendere manifesta la fragilità anti storica di questo sistema”. Egli poi ha affrontato il problema delle cosiddette “finestre”, nonché i tempi minimi richiesti tra l’uscita di un film nei cinema e il suo arrivo in streaming o in tv.
“Ora si chiede una legge che imponga finestre obbligatorie di esclusiva proiezione dei film in sala vedendo in questo una tutela dell’esercizio cinematografico e dei pochi schermi rimasti […]. Per legge si vuole costringere il cinema a stare dentro una scatola scomoda e vecchia. La Disney nemmeno li fa più uscire in sala i suoi film, Netflix usa la sala solo come vetrina per film pensati già per la sua piattaforma.”