Iniziamo col dire che l’esplosione di una classica auto è ben diversa dalla moderna elettrica, pertanto cambia anche il modo di “spegnerla”. In Italia i Vigili del Fuoco hanno realizzato delle apposite procedure d’intervento, in continuo aggiornamento. Ciò che ancora non è chiaro però è cosa accade davvero ad un auto elettrica durante questo processo. Presto lo scopriremo grazie ad alcuni studi guidati dall’ente svizzero che si occupa della sicurezza stradale (FEDRO) in collaborazione con i ricercatori dell’EMPA, centro di ricerca specializzato nella chimica e nei materiali.
“Nel nostro esperimento abbiamo considerato le domande degli operatori pubblici e privati che gestiscono gallerie più o meno grandi e parcheggi coperti”, spiega il project leader Lars Derek Mellert, della società specializzata Amstein + Walthert, “tutte queste strutture sotterrane saranno sempre più utilizzate dalle auto elettriche e gli operatori ci hanno chiesto: cosa dobbiamo fare se una vettura prende fuoco? Quali sono i rischi?”.
Durante l’esperimento sono stati montati ben 3 scenari di incendio:
“Abbiamo installato superfici di test dappertutto, dopodiché abbiamo analizzato chimicamente queste superfici e le abbiamo conservate per diversi mesi in modo da valutare i possibili danni dovuti alla corrosione”, spiegano i ricercatori.
Il risultato? L’EMPA ha concluso dichiarando che “Anche i Vigili del Fuoco non devono apprendere nulla di nuovo sulla base dei test svolti sapendo già molto bene che la batteria di un’auto elettrica è impossibile da spegnere e che può essere raffreddata solo con grandi quantità di acqua. Inoltre un relitto parzialmente incendiato deve essere conservato nell’acqua o in un apposito contenitore per non riaccendersi”.