News

Crisi energetica in Europa: l’Italia una delle nazioni più colpite, ecco cosa accadrà

Le cartiere italiane si sono fermate mentre la guerra russa in Ucraina ha fatto salire alle stelle i prezzi del gas naturale.

Anche le acciaierie italiane hanno spento i forni elettrici la scorsa settimana, così come i pescatori che sono rimasti in porto.

In nessun altro luogo più che in Italia, la terza economia dell’Unione Europea, la dipendenza dall’energia russa ha un impatto maggiore sull’industria. Circa il 40% dell’elettricità è generata da gas naturale che proviene in gran parte dalla Russia, rispetto a circa un quarto della Germania, un altro importante importatore e la più grande economia del continente.

Negli ultimi dieci anni, la dipendenza dell’Italia dal gas naturale russo è aumentata dal 27% al 43%, un fatto lamentato dal premier Mario Draghi. Ci vorranno almeno due anni per trovare altre fonti, afferma il suo ministro per la transizione energetica.

Un aumento che va ridiscusso

Anche prima della guerra, l’Europa stava affrontando una grave crisi energetica che ha fatto aumentare i costi per elettricità, cibo, forniture e molto altro. Prezzi sempre più alti legati ai timori che il conflitto possa portare a un taglio energetico

.

I leader europei riuniti venerdì a Versailles, fuori Parigi, hanno discusso dei modi per alleviare il dolore. Draghi ha spinto a diversificare le fonti di gas, sviluppare le rinnovabili e introdurre un tetto ai prezzi del gas naturale. Ha detto che il suo ministro degli Esteri, che ha recentemente visitato Algeria e Qatar, stava lavorando su nuovi mercati del gas.

“Parliamo di errori commessi in tanti anni, dice Francesco Zago, amministratore delegato del produttore veneto di carta e packaging Pro-Gest. Dalla Russia prendiamo troppo gas. A scuola ci dicono che bisogna diversificare fonti, altrimenti c’è pericolo“.

I prezzi del gas naturale sono aumentati lo scorso anno quando le riserve in Europa sono diminuite, ma Zago ha affermato che la sua azienda è stata in grado di stabilizzare i prezzi e continuare a operare. Le cose sono cambiate con l’invasione russa, quando i prezzi già alti sono saliti da 90 euro al megawattora a oltre 300 euro al megawattora.

Condividi
Pubblicato da
Simone Paciocco