Tutto nasce da un’inchiesta realizzata da The Verge, dove grazie alla testimonianza di 10 operatori sono trapelati alcuni aspetti negativi dei lavoratori.
Sul sito Samsung shop americano è possibile fare acquisti di smartphone, accessori ed altri prodotti della casa.
Qualora ci fosse la necessità, c’è la possibilità di essere assistiti da un operatore.
L’inchiesta si incentra principalmente sulle condizioni di stress e difetti contrattuali lamentati dagli operatori.
Occorre precisare tuttavia che —non si tratta di dipendenti diretti Samsung– ma bensì assunti e gestiti tramite l’agenzia esterna IBBU.
Gli addetti fino a poco tempo fa prestavano la loro opera di lavoro in un clima accettabile con stipendi dignitosi rapportati all’economia americana, dove in una settimana si poteva guadagnare tra gli 800 e i 1300 dollari lordi.
Attualmente non è prevista una base mensile, ma si lavora solo su incentivi di vendita ovvero con un sistema provvigionale.
Questo spinge gli operatori a dover essere sempre in pressing sui clienti, al fine di concludere qualche vendita per poter guadagnare.
Oltretutto pare arrivino anche delle richieste di supporto tecnico, per le quali il personale IBBU non è tecnicamente preparato né tantomeno pagato. Questo è stato uno dei punti più salienti dell’inchiesta, ovvero il prestare la propria opera per un lavoro che non verrà pagato, visto il quadro provvigionale.
Occorre inoltre considerare che dopo ogni contatto il cliente viene invitato a lasciare un parere sul servizio dell’operatore. Se questo è risultato troppo insistente nella vendita si può avere un giudizio negativo.
Il quadro che si viene a formare appare quindi una situazione di lavoro sotto stress, con chiaro interesse di vendita per poter avere uno stipendio e un assistenza tecnica offerta senza paga.
IBBU da parte sua ha fatto sapere che le richieste di assistenza vengono smistate da un bot ed in rare occasioni possono essere indirizzate al reparto sbagliato.
Non è chiara al momento la posizione di Samsung a riguardo, né se fosse o meno a conoscenza dei fatti. Per ora l’azienda non ha rilasciato commenti sulla vicenda.