Tra le novità di questo 2022, c’è l’idea di trasformare il canone Rai in una tassa sulla casa o sul proprio veicolo: in Francia, ad esempio, la tassa TV si paga come voce aggiuntiva sulla prima casa, mentre in Israele si aggiunge all’imposta sull’auto.
Queste due soluzioni, tuttavia, non sembrano percorribili. Nel Regno Unito e in Svizzera, invece, la riscossione del canone è a carico di società di recupero crediti molto rigorose, ma anche per questa ipotesi Palazzo Chigi non sarebbe convinto.
C’è poi una quarta soluzione, ovvero quella di eliminare una volta per tutte il canone Rai e di affidare allo Stato il compito di reperire i fondi necessari al mantenimento dei suoi canali tv, regolandosi con il carico fiscale.
Sta al governo Draghi decidere come procedere. Di certo dalla bolletta della luce sparirà il pagamento del canone Rai, perché l’Unione Europea ha chiesto di eliminare dal tributo i cosiddetti oneri abusivi.
L’esecutivo è invitato a prendere una decisione in tempi rapidi, e un ritorno ai metodi del passato sembra essere escluso, perché il rischio di evasori del compenso è molto alto. Nel 2014, tanto per fare un esempio, circa il 27% delle famiglie non pagava l’imposta, come ricorda Repubblica.
È probabile che il governo decida cosa fare alla prossima legge di Bilancio, anche perché a dicembre il Paese sarà vicino alle elezioni politiche, e i vari partiti in campagna elettorale vorranno dire la loro a pieno titolo.
Difficilmente il canone Rai diventerà un’imposta aggiuntiva al tributo sulla casa o sull’auto, le parti potrebbero invece decidere di adottare la strada delle nazioni scandinave o della più vicina Spagna, dove il tributo tv non esiste più. Sia chiaro, i cittadini continueranno a pagare il servizio, ma non lo percepiranno, perché i soldi verranno prelevati da altre tasse e sarà lo Stato a decidere quante risorse destinare alle reti pubbliche.