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Un meteorite caduto sulla Terra nel 2019 potrebbe contenere tracce di vita extraterrestre

Nel 2019, due dei ricercatori di Harvard che hanno studiato a fondo Oumuamua hanno redatto un nuovo documento in cui ipotizzano che un meteorite estremamente veloce che ha tracciato una scia nell’atmosfera nel 2014 venisse da un’altra galassia.

La registrazione del suo impatto e gli accenni alla sua origine insolita erano stati nascosti in bella vista per anni in un database della NASA.

La sua alta  velocità implica una possibile origine dall’interno profondo di un sistema planetario o da una stella nel disco spesso della galassia della Via Lattea“, si legge nel riassunto dell’articolo dello studente Amir Siraj e dell’astronomo veterano Avi Loeb.

Tuttavia, come Siraj ha recentemente detto a Vice, la revisione del documento è stata sospesa perché l’esercito americano aveva classificato alcuni dei dati necessari per confermare i calcoli degli scienziati.

Un insolito promemoria del comando spaziale degli Stati Uniti al capo scientifico della NASA è stato condiviso tramite l’account Twitter dell’USSC la scorsa settimana dopo che il vice comandante il tenente generale John Shaw ha rivelato la sua esistenza all’annuale Space Symposium in Colorado.

Una scoperta che potrebbe rivelare vita extraterrestre

Ho avuto il piacere di firmare un memo con il dottor Mozer, per confermare che un oggetto rilevato in precedenza era effettivamente un oggetto interstellare, una conferma che ha aiutato la più ampia comunità astronomica.

Il dottor Mozer ha confermato che la stima della velocità riportata alla NASA è sufficientemente accurata da suggerire una traiettoria interstellare“.

Si stima che il meteorite fosse relativamente piccolo, forse delle dimensioni di un microonde. Ciò significa che la stragrande maggioranza è probabilmente bruciata nell’atmosfera e tutti i frammenti rimanenti sono caduti nell’Oceano Pacifico.

Tuttavia, Siraj sta esaminando la possibilità di cercare eventuali frammenti rimasti sul fondo dell’oceano, che secondo Loeb potrebbero ospitare prove di vita da altri sistemi stellari.

“La meteora è entrata nel sistema solare con una velocità di 60 km/s”, ha detto Loeb nel 2019. “Una velocità così elevata può essere prodotta solo nei nuclei più interni dei sistemi planetari, all’interno del orbita della Terra attorno a una stella come il sole, ma nella zona abitabile delle stelle nane”.

Da allora, Loeb è diventato una figura controversa nei circoli scientifici per aver sostenuto che “la spiegazione più semplice” per l’origine di Oumuamua è che sia stata creata dall’intelligenza extraterrestre.

È un’ipotesi che sarà difficile da dimostrare, allo stesso modo, le probabilità di trovare un granello di meteorite sul fondo dell’oceano sono pari a quelle di aspettare che E.T. si presenti di persona ad Harvard.

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Pubblicato da
Simone Paciocco