Si tratta dello shrinkflation, nonché “shrink” che in inglese significa restringere e “inflation” nonché inflazione. In parole povere altro non è che l’applicazione dello stesso prezzo ad un pacchetto leggermente più piccolo. Ad esempio una tavoletta di cioccolato da 100 grammi che costava 2 euro potrebbe passare a 90 grammi senza nessun abbassamento di costo. È ciò che sta accadendo in diverse regioni d’Italia scatenando così l’ira del Codacons.
Shrinkflation: nuovo allarme nei supermercati
Come dicevamo, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori ha chiesto “di aprire indagini sul territorio regionale volte a verificare se la prassi avviata dai produttori e tesa a ridurre le quantità dei prodotti venduti ai consumatori senza ridurre il prezzo delle confezioni, possa costituire fattispecie penalmente rilevanti, dalla truffa alla pratica commerciale scorretta”.
Ma in cosa consiste nello specifico? Ce lo spiega il Codacons: “In sostanza il cartellino del prezzo resta esattamente lo stesso (in alcuni casi aumenta seppur di poco) – mentre la confezione del prodotto, sia esso un flacone di detersivo, una bottiglia di vino o una scatola di fazzoletti, un pacco di biscotti e quant’altro, è leggermente più piccola o contiene qualche unità di prodotto in meno.
Un trucchetto che consente enormi guadagni alle aziende produttrici ma di fatto svuota i carrelli e le tasche dei consumatori, realizzando una sorta di ‘inflazione occulta’. Tutto ciò avviene sotto lo sguardo inconsapevole del consumatore, il quale difficilmente si chiede che dimensioni aveva la confezione di quello specifico prodotto uno o due anni fa. Il raggiro sarebbe così servito senza che nessuno se ne accorga. I consumatori, infatti, tendono ad essere sempre sensibili al prezzo, ma potrebbero non notare piccoli cambiamenti nella confezione o non fare caso alle indicazioni sul peso del prodotto”.