I casi di Epatite acuta dilagano, con ben 169 segnalazioni in diversi stati del mondo al 21 aprile.
La maggior parte sono stati riscontrati in Gran Bretagna, oltre 114 includendo l’Irlanda, ma il fenomeno comprende quasi tutta Europa e Stati Uniti.
In Italia al momento sono 11 i casi sospetti, con alcuni già conclamati ed altri in fase di accertamento.
L’organizzazione mondiale della sanità ha espresso preoccupazione: “non è ancora chiaro se l’aumento dei casi di epatite sia reale. Potrebbe trattarsi di un aumento della consapevolezza della patologia che si verifica alla frequenza usuale, ma le precedenti diagnosi non rilevavano”.
Dalle parole dell’Oms emerge tutta la necessità di continuare gli accertamenti, per dare una risposta chiara alla malattia che sta colpendo principalmente bambini e giovani fino ai 16 come riportato nel monitoraggio diffuso dallo stesso OMS.
Le preoccupazioni principali dei medici riguardano dei quadri clinici gravi, che in 17 casi hanno richiesto un trapianto di fegato salvavita.
Un principale indiziato potrebbe essere l’adenovirus, una famiglia di particolari virus con dimensioni medie, con un genoma costituito da Dna lineare a doppio filamento.
Nei casi diagnosticati fino ad ora, gli accertamenti non hanno riscontrato i virus che comunemente causano la patologia
I medici hanno rilevato l’adenovirus in oltre 74 ricoveri accertati, ma ciò che ha spiazzato i dottori è stato il grave quadro clinico che non può essere spiegato solo dal suddetto adenovirus.
In Italia il ministero della salute ha emesso una circolare dove informa che al momento si esclude un nesso tra epatiti acute e vaccinazioni per il Covid-19.