A Shangai continua il lockdown, da quasi un mese 26 milioni di persone sono bloccate nelle loro abitazioni. Dopo che il 28 marzo le autorità hanno optato per la soluzione più drastica, che sarebbe dovuto durare appena 8 giorni, si teme che a Pechino possa toccare le stessa sorte.
Omicron 2 è la variante principale che sta circolando in Cina attualmente e secondo i distretti sanitari locali si tratta per lo più di infezioni asintomatiche, con una manciata di casi che hanno richiesto il ricovero.
Tuttavia testimonianze dettagliate, raccolte dal Wall Street Journal e dalla Bbc, parlano di decine di morti causate dal Covid-19 in ospedali geriatrici.
Crescono i contagi anche a Pechino, dove la popolazione per timore di un’imminente lockdown si è riversata nei negozi per fare scorte alimentari. Segnalate inoltre lunghe code nei centri provvisori per i test covid, concentrati nella zona di Chaoyang.
Complice l’alto tasso di contagio della variante Omicron 2, visto l’andamento europeo e la difficoltà di arginare i casi, i mercati sono preoccupati per un imminente boom epidemico in Cina, al quale seguirebbe vari lockdown con conseguente calo dei consumi.
Il prezzo del greggio Wti perde il 5% a 96,98 dollari al barile, mentre il Brent perde il 4,96% attestandosi a 101,36 dollari.
Gli ordini sul ferro con consegna a settembre 2022 alla Borsa di Dalian perdono il 6,7% con un prezzo di 870 yuan alla tonnellata. Bobine laminate e l’acciaio rebar con distribuzione a ottobre calano del 3%, rispettivamente a 4.965 e 4.863 yuan alla tonnellata, a Shanghai. L’alluminio con consegna a giugno, sempre a Shanghai, brucia il 2,9% a 21.265 yuan alla tonnellata. Il rame con rimessa a maggio ha segnato un calo più contenuto del 0,9% a 74.240 yuan.
Anche le piazze finanziarie risentono del colpo, complice anche la guerra in Ucraina, con Hong Kong che chiude a -3,73 punti percentuali.