L’invasione da parte della Russia dal 24 febbraio ha visto i prezzi globali del petrolio salire alle stelle. Il prezzo al barile del greggio Brent, il modo più comune per misurare il prezzo del petrolio ha raggiunto lunedì 139 dollari, il massimo degli ultimi 14 anni.
In Europa i problemi sono gli stessi. Luigi Barone, della Federazione italiana delle organizzazioni per i consorzi e l’industrializzazione (FICEI), ha affermato che gli autotrasportatori sono sul piede di guerra.
“Numerose aziende ad alta intensità energetica hanno rallentato la loro produzione a causa dell’aumento sproporzionato dei costi energetici“, ha affermato Barone.
“È chiaro che i maggiori costi, purtroppo, filtreranno al consumatore: il raddoppio delle bollette aumenterà il costo dei generi alimentari sugli scaffali”
La Russia è il più grande esportatore mondiale di petrolio, inviando oltre sette milioni di barili di greggio in paesi di tutto il mondo, inclusa la Germania e altri paesi dell’UE.
Una mossa che andava fatta prima
I suoi partner più importanti per l’esportazione di petrolio sono Cina, Paesi Bassi, Germania, Corea del Sud e Polonia, mentre la dipendenza del Regno Unito e degli Stati Uniti dal petrolio russo era meno pronunciata anche prima dell’invasione.
La domanda ora è fino a che punto le sanzioni economiche ostacoleranno le ambizioni di Putin, seminando al contempo caos nei mercati energetici.
Martedì il presidente Joe Biden ha promesso di vietare le importazioni russe di petrolio, mentre il Regno Unito ha affermato che eliminerà gradualmente le importazioni russe di prodotti petroliferi entro la fine del 2022. L’UE prevede di ridurre di due terzi il gas russo i prossimi mesi.
È la sfida più grande per l’UE, dove nel 2021 il 45% del gas proveniva dalla Russia.
In Italia, Barone ha espresso sorpresa per il fatto che le nazioni europee non l’avessero previsto, dato che non è la prima volta che c’è una guerra in Ucraina. Sente che dopo la guerra del 2014 nell’est del paese, l’Italia avrebbe dovuto iniziare immediatamente a pianificare un futuro senza gas russo a buon mercato.
Questa volta, spera che il conflitto spinga il governo a prendere sul serio il suo futuro energetico.