Bonifici e assegni sono i metodi di pagamento più utilizzati dagli italiani: questo perché sono completamente tracciabili e sicuri. Queste opzioni di pagamento sono una valida alternativa al pagamento di somme costose.
A tal proposito in molti si chiedono quale sia il limite per i pagamenti: fate molta attenzione, perché nel 2022 né un bonifico né un assegno possono superare un preciso importo.
I bonifici bancari sono una delle prime forme di pagamento elettronico realizzate e, data la loro natura “tracciabile”, rappresentano da decenni il sistema di trasferimento di denaro più sicuro.
I bonifici bancari rappresentano la soluzione migliore e spesso più pratica per la gestione di ingenti somme di denaro, e sono favoriti dalla tendenza dell’Europa a rinunciare al contante per il fattore “sicurezza”.
Anche i bonifici hanno conosciuto una maggiore popolarità per una fascia di utenti sempre più diversificata, grazie alle diverse tipologie possono essere effettuati quasi tutti in pochi minuti e con tempi di elaborazione sempre più brevi.
Ecco i paesi dell’area SEPA, che comprende sostanzialmente la quasi totalità dei paesi europei: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, non esistono limiti pratici relativi all’importo, Grecia , Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania, Croazia, ad eccezione dei paesi non partecipanti della UE, come San Marino, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Principato di Monaco, Principato di Andorra e Città del Vaticano.
Ecco come possono bloccarti il conto
Quando si effettuano bonifici da conti italiani verso regioni non SEPA la situazione cambia notevolmente: una volta che l’importo supera i 12.500,00 euro, la Comunicazione Statistica Valutaria (CVS) deve essere completata contestualmente all’operazione. Se, invece, l’importo del bonifico da conto non SEPA a conto italiano supera i 15.000,00 euro è necessario sporgere denuncia presso l’Agenzia delle Entrate, che effettuerà le verifiche per verificare la regolarità dell’operazione .
Se il CVS non viene presentato o segnalato all’Agenzia delle Entrate, lo Stato può “bloccare” il trasferimento e in caso di violazione possono verificarsi sanzioni, pignoramenti e blocchi del conto corrente.