Una vicenda assolutamente deprecabile ha colpito un punto vendita Conad sul territorio nazionale, stiamo parlando del Conad Superstore di Pescara, tanto da creare indignazione tra gli utenti, e tra i vertici della stessa azienda.
Prima di proseguire, è bene ricordare che il tutto non è additabile all’azienda stessa, ma solo ai dipendenti del punto vendita, la stessa Conad ha preso immediatamente le distanze dall’accaduto, allontanando il colpevole e ritirando il marchio dal punto vendita. Ma cosa è successo?
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La vicenda ruota attorno ad un audio shock che la stessa direttrice del punto vendita, ha inviato ai propri capireparto, in seguito al ritrovamento di un assorbente usato fuori dal cestino, in uno dei bagni degli spogliatoi del personale (non quelli per il pubblico). “Voglio il nome ed il cognome”
, afferma la stessa, “di chi oggi ha il ciclo mestruale, altrimenti gli calerò le mutande io“. Frasi di una gravità assoluta, ancora peggiorate dall’essere pronunciate da una donna, che vive (o ha vissuto) mensilmente le stesse “problematiche” sulla propria pelle.La denuncia del sindacato Filcams-Cgil, riporta altri dettagli, secondo i quali la stessa direttrice (che ricordiamo essere anche la titolare del punto vendita), avrebbe minacciato ripercussioni e “lettere di richiamo, nel caso in cui non si fosse trovata la responsabile”.
Come detto, Conad ha deciso immediatamente di ritirare il marchio, ovvero il negozio non apparterrà alla catena, ed il rischio che i dipendenti vengano licenziati, in quanto proprio alle dipendenze della titolare (e non di Conad), è davvero elevato.