Il Passenger Locator Form, questo il nome della misura introdotta dal governo oltre tutte le altre restrizioni.
Una misura voluta per cercare di tenere conto di possibili contagi durante gli spostamenti, un rischio di innesco per nuovi focolai.
I viaggi all’estero, inoltre, erano considerati particolarmente a rischio per la facilità di importare nuove varianti sul territorio italiano, cosa certamente non facile da limitare.
Il Passenger Locator Form aveva il compito di localizzare il viaggio del cittadino e in caso di positività avviare il giusto iter.
In particolare nel momento di maggior pressione sul sistema ospedaliero italiano, il turismo è stato controllato, per quanto possibile, per evitare un ulteriore aggravio del lavoro di medici e infermieri, già sotto pressione dai ricoveri incessanti.
Tra le tante novità in arrivo dal primo maggio, come abolizione delle mascherine per alcune attività, e stop al green pass per l’accesso a molte attività commerciali, il ministro della salute, Roberto Speranza, ha deciso per l’abolizione del PLF.
Il documento fu introdotto nella stagione estiva del 2021 e prevedeva l’obbligatorietà per tutte le persone in partenza ed arrio dagli stati esteri.
Anche il presidente a capo della Federazione Turismo di Confcommercio, Franco Gattinoni, ha espresso parere favorevole alla sua abolizione.
«In vista dei nuovi allentamenti delle misure in vigore dal 1° maggio, chiediamo in modo specifico di eliminare il Dplf (Digital Passenger Locator Form). Ormai pensiamo che rappresenti solamente un inutile adempimento burocratico. Il rischio sarebbe soltanto di frenare la macchina dei viaggi e del turismo, senza aggiungere nulla in termini di sicurezza delle persone».