E’ notizia di qualche giorno la denuncia presentata dal sindacato Filcams-Cgil, la quale riportava un audio shock, inviato dalla titolare-direttrice del punto vendita ai propri capireparto via WhatsApp. Questi seguiva il ritrovamento di un assorbente usato all’esterno dei cestini, degli spogliatoi riservati al personale (attenzione, non quelli per il pubblico). Le parole sono fortissime, la stessa afferma di “volere il nome ed il cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale”, minacciando che altrimenti “gli calerò le mutande io”.
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La gravità dell’accaduto è altissima, e tutto è peggiorato dall’essere stato perpetrato da una donna, ovvero un soggetto che periodicamente prova le stesse sensazioni della “colpevole”.
Conad, come anticipato, ha immediatamente preso le distanze dall’accaduto, condannando apertamente il tutto, con la conseguente decisione di ritirare il marchio. Questa scelta potrebbe mettere a rischio il lavoro dei dipendenti del negozio, in quanto non risultano essere assunti dalla stessa Conad, ma sotto le direttive della titolare-direttrice, la quale al momento si ritroverebbe un punto vendita senza marchio di appartenenza. Il rischio di ritrovarsi senza lavoro è davvero elevato, a prescindere da questo, è davvero spiacevole assistere nel 2022 ancora a simili eventi.