Ogni anno sul nostro pianeta vengono prodotti migliaia di utensili, buste e oggetti in plastica. Finita la loro vita, quando vengono smaltiti umanamente, vanno a finire nelle discariche, dove il processo di decomposizione dura centinaia di anni.
Tuttavia, non tutti gli stati sono diligenti nella raccolta differenziata, ne tantomeno le persone, per questo motivo dai tempi dell’avvento di questo polimero il nostro pianeta è stato sempre più inquinato fino ad arrivare a una situazione allarmante.
Le plastiche invecchiate o cotte dal sole si riducono in piccoli segmenti che prendono il nome di microplastiche. Queste sono particolarmente difficili da eliminare in natura e stanno creando un grave rischio sia ambientale che per la salute umana.
Negli oceani gli scienziati e marinai hanno rinvenuto delle vere e proprie isole di plastica, formate dalle correnti oceaniche che tendono ad accumulare in grandi ammassi, con conseguenze disastrose per la fauna marina e la salute generale del mare.
Tra i tanti progetti in corso di studio, spicca quello dell’Università del Texas. I ricercatori hanno messo a punto un Enzima in grado di biodegradare la plastica. Il suo nome è Fast-PeTasi, ed è un grado di scomporla in un lasso di tempo che va dalle 24 ore fino al massimo di 7 giorni.
Una scoperta che ha dell’incredibile, in quanto funzionando a temperatura ambiente e potrebbe essere sfruttata per vari scopi nella lotta all’inquinamento ambientale.
I ricercatori sono stati anche in grado di ripolimerizzare la plastica con reazioni chimiche. In questo modo, l’enzima consente di “scomporre” la plastica e “ricomporla” per creare nuovi prodotti.