Nell’era digitale sul web è possibile trovare tutte le informazioni di cui necessitiamo, come l’indirizzo di un negozio o il numero di telefono dello studio di un professionista. Ma cosa succede se la rete diventa un covo di informazioni di cittadini privati? Questo è il punto su cui Google ha voluto tendere una mano, verso le privacy degli internauti.
Può capitare anche involontariamente che i nostri dati finiscano online, magari abbiamo fatto una registrazione a un sito e prestato addirittura i consensi a trasmettere i dati a terzi, con il risultato che questi finiscano spiattellati in prima pagina nelle ricerche di Google.
A questo punto una qualsiasi persona che vorrebbe trovare informazioni su di noi, potrebbe utilizzare il motore di ricerca per procurarsi i dati. Oltre a questo c’è da dire che ipoteticamente chi cerca i nostri dati su Google, potrebbe essere una persona con un fine poco nobile. D’altronde qualsiasi ente governativo ne è già in possesso e se un amico volesse inviarci un pacco o telefonarci probabilmente avrebbe già i nostri dati e contatti.
Tralasciando questa premessa, da oggi è possibile richiedere a Google di rimuovere una serie di risultati che portano ai nostri dati come: codice fiscale, numeri di conto bancario e carte di credito, immagini di documenti d’identità e firme autografe, cartelle cliniche, indirizzi fisici, numeri di telefono ed email, credenziali di accesso riservate, immagini personali intime non consensuali, video deepfake pornografici o immagini modificate al computer.
Per poterlo fare è sufficiente fornire a Google l’indirizzo che porta a determinati siti, contenenti i nostri dati, e una volta esaminata la richiesta questi non compariranno più tra i risultati delle ricerche.
Per i meno ferrati in materia precisiamo che eliminare i risultati di ricerca Google, non equivale ad eliminare i dati presenti sul sito internet di destinazione. In tal caso dovrete contattare il gestore del sito e richiedere la rimozione.