Il meccanismo non è molto chiaro, ma pare che ad ogni tentativo di acquistare tramite l’app Android di Amazon Shopping, ci sia una finestra pop-up che suggerisce di effettuare gli acquisti direttamente sul sito. In questo modo eventuali pagamenti avvengono in modo diretto su Amazon.com, senza attraversare il Play Store. Presumibilmente, palesare l’apertura diretta della scheda di un prodotto in un browser violerebbe i termini di Google. Tuttavia, Amazon lo fa da anni.
Come sempre, ricordiamo che queste modifiche nella maggior parte dei casi non valgono né per tutti gli utenti né talvolta per tutti i mercati e le zone d’interesse. La notizia è stata confermata soprattutto da testate estere, quindi in Italia – almeno per il momento – la situazione potrebbe essere ancora invariata.
Probabilmente Amazon non avrebbe concesso a Google il consueto taglio del 15-30% se avesse adottato le regole imposte da Google per gli acquisti digitali fin dal principio. Una vicenda dunque complessa in cui non esiste un reale colpevole. Proprio per questo, si parla più di tentativo di ridurre le tasse che non di tentativo di evitarle del tutto. Tuttavia, l’azienda deve ancora rilasciare dichiarazioni ufficiali in merito.
Amazon può anche distribuire autonomamente una versione dell’app senza queste restrizioni, se lo desidera, per consentire ai clienti di eseguire il sideload da soli o tramite l’App Store di Amazon facilmente installabile. Se stai utilizzando un iPhone, tutto ciò potrebbe sembrare piuttosto strano poiché Amazon già non consente l’acquisto di beni digitali tramite le sue app sulla piattaforma. Apple ha le stesse regole, la differenza è che Google ha chiuso un occhio per anni. La comodità degli acquisti digitali in-app per ebook Kindle e alcuni abbonamenti è stata un vantaggio di cui i clienti Android hanno goduto per oltre un decennio.