Guadagnano terreno le sottovarianti del Covid, Omicron 4 e 5 caratterizzate da un elevata contaggiosita e in grado di reinfettare chi ha già contratto i precedenti ceppi.
Covid: Omicron 4 e 5 potrebbero creare un nuovo e significativo picco di contaggi
Le recenti sottovarianti, Omicron 4 e 5, stanno prendendo il posto dalle vecchie BA1 e BA2 (omicron 1 & 2).
In Sudafrica, proprio dove la prima Omicron venne scoperta, Ba4 e 5 risultano ormai dominanti.
Anche in Italia sono stati sequenziati i primi casi in diverse regioni. Gli esperti lanciano l’allarme per la possibilità di una nuova ondata con numeri importanti.
Seppur non particolarmente patogene, Omicron 4 e 5 sono caratterizzate da un facilità di trasmissione allarmante.
Un altra caratteristica, riguarda la possibilità di infettare coloro che hanno già avuto il covid in passato, compreso omicron 1 e 2. Al momento le reinfezioni in Italia sono oltre 400 mila e si contano casi di pazienti che hanno contratto la malattia anche 3 volte.
Tuttavia la buona notizia è che il sistema sanitario non dovrebbe sovraccaricarsi come in passato. I sintomi appaiono più lievi e le possibilità di ospedalizzazione calano.
I virus tramite le mutazioni tendono ad aumentare la trasmissione a discapito della patogenicità, adattandosi all’ospite, ma ciò non toglie che fragili e anziani possano ancora contrarre polmoniti severe.
Anche i sintomi di BA4/5 variano da BA1/2: meno colpi di tosse, ma più naso che cola, meno febbre, ma più spossatezza. Segnalati inoltre vertigini, dolore a stomaco ed addome, male all’orecchio.
Importante aiuto arriva dal vaccino dove le categorie più protette sono chi ha ricevevuto il secondo booster e tutti i vaccinati con terza dose da meno di 120 giorni.