Per capire chi vive bene e chi in povertà nel mondo, gli esperti usano uno strumento di grande valore. Parliamo dell’analisi della radianza notturna, che tramite vari studi ha confermato varie teorie. Una di queste è quella del rapporto fra le aree: se sono aree con livelli di radianza luminosa bassa, si tratta di zone poco sviluppate.
Questa è a tutti gli effetti una mappa della povertà mondiale. Gli studiosi hanno unito immagini satellitari notturne del 2015 con le informazioni sull’indice di ricchezza geospaziale di 49 Paesi (31 africani, 10 asiatici e 8 delle Americhe), per un totale di 2,4 milioni di famiglie.
Il VIIRS DNB, un sensore satellitare per la luce notturna, ha catturato le immagini. Questo strumento è capace di fotografare quasi tutta la Terra nelle ore notturne ad una risoluzione molto alta. Inoltre, può stimare la radianza notturna con estrema precisione per ogni quartiere.
Povertà nel mondo: la tecnologia deve essere usata, altrimenti diventa tutto vano
Si vede chiaramente che il benessere economico sta diminuendo. Lo studio mostra che il 195 degli insediamenti urbani mondiali non emette radianza luminosa. La maggior parte di questi territori si trova in Africa (39%) e Asia (40%).
Troviamo anche un 16% in Europa, probabilmente dovuto alla limitazione del consumo energetico dettato dai governi. Per le Americhe, invece, ci sono livelli bassi di infrastrutture non illuminate. Questo potrebbe essere dovuto dalla fitta urbanizzazione in atto nel Sud e dal consumo di energia pro capite al Nord.
Tuttavia, non serve una mappa se poi non viene valorizzata. Infatti, l’operazione potrebbe concludersi con un nulla di fatto. Lo strumento può rivelarsi utilissimo nel momento in cui viene adoperato per migliorare le condizioni di vita di questi posti. Altrimenti, la tecnologia, in tal caso, diventa inutile.