L’organismo che si occupa della regolamentazione in India sostiene che Xiaomi abbia violato la legge. Xiaomi si è affrettata a rilasciare una dichiarazione in merito, affermando che i pagamenti citati nei capi d’accusa sono stati effettuati per le “tecnologie con apposita licenza” utilizzate nei suoi prodotti. La società si è persino assicurata un ordine di sospensione contro la sentenza dell’ED alla fine della scorsa settimana.
Un nuovo rapporto basato su documenti giudiziari mostra le affermazioni dell’azienda secondo cui molti dei suoi funzionari siano stati intimiditi con violenza
durante gli interrogatori. L’ED voleva che i dirigenti presentassero dichiarazioni ben precise, in caso contrario loro e le loro famiglie sarebbero state minacciate con “terribili conseguenze”.I dirigenti sono stati in grado di resistere alle minacce per un po’ di tempo, dicono i documenti, ma le crescenti pressioni alla fine li hanno costretti a fare dichiarazioni “involontarie”. Questa è la prima volta che un organismo di regolamentazione indiano interviene direttamente contro un produttore cinese di smartphone nel Paese. Le tensioni diplomatiche tra Cina e India sono aumentate in seguito ad uno scontro militare lungo il confine tra Tibet e India nel 2020. Alcuni gruppi di consumatori indiani hanno anche boicottato i marchi cinesi che operano nel Paese, sebbene per Xiaomi non ci sia stato lo stesso impatto rispetto ad altri.