Crescono le possibilità che il Canone RAI venga estromesso definitivamente dalla bolletta dell’energia. Tuttavia, non è ancora chiaro dove verrebbe collocata in seguito a questa decisione. Quindi, per ora, si rimane nel campo delle ipotesi.
Ciononostante, le ultime notizie parlano di un Canone RAI pronto a subire un aumento mai visto nella storia della tassa. Di fatto, Si potrebbe arrivare a pagare fino a 300 euro dal 2023.
Questa ipotesi è tra le più scioccanti, soprattutto dopo tutti i problemi (aumenti di benzina, alimenti e beni di prima necessità) che si stanno presentando giorno dopo giorno.
Ma non è finita qui, probabilmente ci sarà un’ulteriore notizia che destabilizzerà molti: l’estensione del pagamento del Canone RAI anche a chi possiede PC, smartphone e tablet, senza TV.
L’idea arriva direttamente da voci interne all’Amministrazione Rai. La tassa tanto odiata potrebbe diventare una specie di incubo.
Canone Rai: anche smartphone, PC e tablet lo pagheranno?
Tutti i cittadini devono pagare il Canone RAI se hanno un apparecchio con sintonizzatore TV. Il pagamento era gestito dalla compagnia che forniva energia ed era di 90 euro:
“Il canone TV è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo, si paga una sola volta all’anno e una sola volta per famiglia anagrafica a condizione che i familiari abbiano la residenza nella stessa abitazione”.
Ora, però, le carte in tavola possono cambiare. Questo perché, secondo alcuni, i dispositivi elettronici, una volta connessi a Internet, possono usufruire di vari programmi.
Per ora si parla solamente di indiscrezioni vari senza conferma e rimane ancora vigente quanto detto dall’Agenzia delle Entrate in merito alla questione:
Solo apparecchi atti o adattabili a ricevere il segnale audio/video attraverso la piattaforma terrestre e/o satellitare sono assoggettabili a canone TV. Ne consegue che di per sé i computer, se consentono la visione dei programmi televisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale digitale terrestre o satellitare, ed i vecchi televisori analogici non sono assoggettabili a canone (note Min. Sviluppo Economico del 22 febbraio 2012 e del 20 aprile 2016).