Gli scienziati hanno misurato in maniera più accurata l’espansione dell’universo grazie a decenni di dati provenienti dal telescopio spaziale Hubble.
La nuova analisi dei dati del telescopio spaziale, vecchio di 32 anni, continua la ricerca di lunga data dell’Osservatorio per capire meglio la velocità con cui si espande l’universo e a c he velocità sta accelerando.
Il numero che gli astronomi usano per misurare questa espansione è chiamato Costante di Hubble (non dal telescopio ma dall’astronomo Edwin Hubble che per primo la misurò nel 1929). La costante di Hubble è difficile da definire dato che diversi osservatori che esaminano diverse zone dell’universo hanno fornito risposte diverse. Ma un nuovo studio esprime fiducia nel fatto che le ultime misurazioni siano più precise, sebbene vi sia ancora una differenza rispetto ad altri osservatori.
Il nuovo studio conferma le precedenti stime del tasso di espansione basate sulle osservazioni di Hubble, mostrando un’espansione 73 chilometri per megaparsec
. (Un megaparsec è una misura di distanza pari a un milione di parsec, o 3,26 milioni di anni luce.)“Data la grande dimensione del campione di Hubble, c’è solo una possibilità su un milione che gli astronomi si sbaglino“, ha affermato la NASA in una dichiarazione giovedì 19 maggio, parafrasando il premio Nobel e autore principale dello studio Adam Riess.
Riess ha affiliazioni allo Space Telescope Science Institute (STScI) che gestisce Hubble, così come alla Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland.
Riess e collaboratori hanno ricevuto il Nobel nel 2011 dopo che Hubble e altri osservatori hanno confermato che l’universo stava accelerando la sua espansione. Riess chiama questo ultimo sforzo di Hubble un “opus magnum” dato che attinge praticamente all’intera storia del telescopio, 32 anni di lavoro per fornire una risposta.