Il viaggio interstellare è stato il sogno dell’umanità sin dall’antichià. L’idea di viaggiare in modo sostenibile fuori dal pianeta e tra i sistemi solari è stata una costante nella fantascienza, sia come concetto (come nel film Contact del 1997) o come espediente per alcune trame fantascientifiche (vedi il franchise di Star Trek).
Il filo conduttore di tutte queste storie sui viaggi interstellari è l’uso di astronavi per trasportare gli umani attraverso il cosmo. Tuttavia, la professoressa Irina K. Romanovskaya ha un’altra idea.
In un articolo pubblicato per la prima volta sull’International Journal of Astrobiology, intitolato “Migrating extraterrestrial civils and interstellar colonization: implicazioni per SETI e SETA“, la professoressa Romanovskaya postula l’uso di pianeti per i viaggi interstellari.
Per dirla semplicemente, esistono sono masse fisiche delle dimensioni di pianeti che sono stati espulsi da un sistema solare a causa di eventi gravitazionali o che si sono coalizzati indipendentemente. Di recente, vengono scoperti sempre più pianeti del genere, e alcuni scienziati che stimano che potrebbero essercene più di 50 miliardi solo nella nostra galassia.
L’idea che sta ponendo la professoressa Romanovskaya è che è teoricamente possibile per una civiltà sufficientemente avanzata requisire essenzialmente uno di questi oggetti e usarli per lasciare il pianeta. La professoressa prosegue teorizzando che alcuni potrebbero contenere oceani di superficie e sotterranei
. Insieme a un’atmosfera sostenibile e a una forza gravitazionale affidabile, questo potrebbe renderlo una risorsa utile per i viaggi interstellari.Come per qualsiasi discussione, la teoria della professoressa Romanovskaya del salto planetario è in gran parte una teoria che dipende da una moltitudine di fattori.
A parte la necessità che abbia l’acqua necessaria per un’esistenza umana sostenibile, ci dovrebbe anche essere la possibilità che si avvicini abbastanza al nostro sistema solare per rendere possibile l’imbarco. Poi ci sarebbe la domanda se possa essere governato in qualche modo (utilizzando vele solari, ad esempio, una tecnologia che è anche in gran parte teorica) o se gli esseri umani a bordo sperano semplicemente che questo pianeta sappia dove sta andando.
La professoressa Romanovskaya non sta certo affermando che l’utilizzo di un pianeta per i viaggi interstellari sia qualcosa di lontanamente possibile dato il nostro attuale livello di tecnologia. Il suo articolo è in gran parte concettualizzato come una possibilità e solleva l’idea che anche una civiltà aliena avanzata (anche teorica) utilizzi questo metodo di viaggio.