Di recente sentiamo spesso parlare di materiali che potrebbero innovare per sempre il settore dell’energia. Si è tanto discusso sul grafene, materiale resistente e flessibile che riuscirebbe a fornire energia a lungo termine. Tuttavia, per la prima volta un altro composto del carbonio è stato realizzato dopo tante ipotesi: la grafine.
Definita la “cugina” del grafene, è un nanomateriale che gode di proprietà ottiche e di conduzione elettrica e meccanica notevole, addirittura migliori del grafene. La grafine è bidimensionale ed è formata da atomi di carbonio. Esistono anche altri tipi di grafine, in questo caso si è però ottenuta la γ-graphyne. Gli studi sono stati pubblicati su Nature Synthesis.
Grafine, ecco come è avvenuta la produzione
Questo è un risultato che è stato ottenuto mediante più di 10 anni di studi. Fino a questo momento, la vera difficoltà degli esperti è stata quella di riuscire a tradurre una simulazione, essendo che si trattava solamente di un qualcosa di teorico, in realtà tramite un processo sperimentale. Gli strumenti per la sintesi non erano ancora necessari, per cui la ricerca è stata sensibilmente limitata.
Gli autori della scoperta sono stati capaci di ottenere la grafine con un processo chiamato metatesi degli alcheni. Quest’ultimo ha una reazione particolare che comprende la ridistribuzione e la riorganizzazione di alcune parti di un composto. È un processo a cui si fa spesso riferimento quando si producono farmaci e polimeri.
La reazione viene anche combinata con metodi di controllo cinetico e termodinamico; quindi, nell’esperimento la chimica si è unita alla fisica. Così facendo, si è ottenuto un vero e proprio primo prototipo di grafine. Ciononostante, non si deve confondere questa scoperta come un punto di arrivo, bensì come un qualcosa da cui partire e riuscire ad ottenere un prodotto finale da poter utilizzare.