NetflixVenerdì scorso, in seguito al declassamento di Goldman Sachs nei confronti di Netflix, le azioni del colosso dello streaming sono scese del 5%. Questo è un ulteriore segno che le cose nella società californiana non stanno girando bene, oltre a soffrire la concorrenza spietata di Amazon e Disney.

Secondo i dati di Refinitiv, Goldman ha declassato il titolo a “vendere” da “neutrale”, riducendo il suo obiettivo di prezzo a 186 dollari da 265.

Netflix ha 48 analisti che l’assistono, e pare che 12 di questi valutano il titolo “acquista” o superiore, 31 “trattengono” e 5 consigliano “vendita” o “vendita forte”. Decretando il loro obiettivo di prezzo medio sul titolo di 297,50 dollari.

 

Netflix, la società statunitense allo sbando

I problemi di Netflix sono nati nel momento in cui ha tirato le somme lo scorso aprile, venendo a conoscenza del fatto che per la prima volta nella sua esistenza aveva perso moltissimi abbonati (con lo zampino della guerra in Ucraina).

“La crisi del costo della vita avrà un impatto importante su tutti i servizi di streaming. Non dimentichiamo che il mercato è ora invaso da troppi servizi di streaming media che inseguono troppo pochi servizi”, afferma Paolo Pescatore, analista di PP Foresight.

“Aspettatevi di vedere alti livelli di abbandono data la natura stessa del modo in cui i servizi di streaming vengono commercializzati e venduti. Pertanto, aspettatevi che alcuni si orientino maggiormente verso un pacchetto annuale scontato per invogliare gli utenti e aumentare la fedeltà”, conclude.

Netflix sta già pensando un piano più economico che includa la pubblicità, dopo il successo che hanno avuto HBO Max e Disney+.

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