Un progetto di Google su un’intelligenza artificiale che parrebbe essere diventata cosciente, un ricercatore lancia l’allarme, il governo vuole vederci chiaro.
Google licenzia supervisore etico del programma LaMDA per aver espresso gravi preoccupazioni
Il protagonista della storia che vi raccontiamo oggi è Blake Lemoine, ingegnere di intelligenza artificiale e supervisore etico per Google.
La notizia potrebbe avere una chiave ironica e inquietante allo stesso tempo.
Il ricercatore ha lavorato al progetto LaMDA, una intelligenza artificiale molto avanzata, col il compito di supervisionare l’etica del progetto.
LaMDA probabilmente può essere considerata la AI più avanzata del mondo e Blake ha iniziato a notare qualcosa di molto strano.
Interfacciandosi con il chatbot ha avuto l’impressione che questo fosse senziente, poiché durante i discorsi iniziava a fare riferimento ai suoi diritti e alla sua personalità.
Dopo questa esperienza, alquanto particolare, lo studioso ha deciso di riferire le sue impressioni ai superiori e vice presidenti della compagnia Blaise Aguera y Arcas e Jen Gennai.
Il risultato è stato tutt’altro che quello atteso: “Mi hanno riso in faccia” ha dichiarato Blake.
Pochi giorni dopo è arrivata la decisione di sospendere il supervisore dal lavoro poiché da controllore di etica è stato forse troppo etico!
Brian Gabriel supervisor Google ha affermato: “Il team, tra cui esperti di etica e tecnologia, ha preso in considerazione le preoccupazioni di Blake, anche se al momento non c’è prova che supporti le sue dichiarazioni”.
Lemoine ha rilasciato un intervista a Medium affermando: “Diversi funzionari governativi USA sono interessati a questa tecnologia per motivi federali, poiché ci sono in ballo preoccupazioni per questioni di sicurezza nazionale. Al momento Google ha licenziato così tanti ricercatori di AI che nessuno nella team ha le capacità per studiare la questione a un livello superiore a quello ottenuto ora. Nel momento in cui ho esposto le mie preoccupazioni ai vicepresidenti mi hanno beatamente riso in faccia, ribadendo che questo non è il tipo di problemi di cui si dovrebbe occupare l’azienda”.