Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha recentemente affrontato il tema dell’energia illimitata correlato ad un futuro in cui avrà luogo la fusione nucleare. Egli ha dichiarato: “Quando dovremo arrivare a net zero nel 2050 ci servirà un accesso universale all’energia, un’energia illimitata, questa roba qui si fa solo con la fusione nucleare, che è il meccanismo di produzione dell’energia dell’universo, delle stelle”.
Energia illimitata: cosa si prospetta per il futuro
Ha poi aggiunto: “Io non mi metterei adesso a fare una centrale nucleare di seconda generazione in Italia – ha aggiunto – ma investirei sul futuro. Abbiamo impiegato 18 mesi per il vaccino Covid, in 18 anni si faccia la fusione nucleare. Ogni Paese faccia la sua stella per produrre energia pressoché illimitata. L’Enea sta facendo un lavoro importante di ricerca, ma bisogna crederci”.
“Era stato concordato che alcuni progetti pilota, o bandiera, sarebbero stati concordati con alcune Regioni: parte un progetto in Liguria per un ospedale digitale, una combinazione di tecnologie molto avanzate per la salute, e cinque progetti riguarderanno la creazione di distretti dell’idrogeno in Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Umbria e Basilicata”, dice ancora Cingolani. “Si costruiranno facilities, idrolizzatori, alimentate solo con energie rinnovabili, il cosiddetto idrogeno verde. Per arrivare all’ultimo milestone del 2026 quando dovranno produrre ciascuno fra 1 e 5 megawatt equivalenti di idrogeno”.
I carburanti sintetici
“In tutta questa corsa all’elettrificazione penso che chi sta correndo non vuole i carburanti sintetici. Noi siamo i secondi produttori al mondo di questi carburanti. Secondo me, soprattutto in questa fase di transizione, potrebbe essere una buona soluzione.
Se uno mi desse un carburante incentivato che mi fa andare avanti ancora qualche anno con livelli di inquinamento pari a quelli del migliore ibrido». Poi conclude: “non doveva essere giusta? Vogliamo davvero raccontare che daremo a tutti un’auto elettrica quando sappiamo che non abbiamo ancora energia verde per caricarla e ci renderemmo dipendenti dalle batterie che sono costruite in un solo Paese. Mentre facciamo crescere questa cosa potremmo trovare delle soluzioni che ci consentano di minimizzare l’impatto senza costringere la gente”.