Anche le grandi società vengono multate. La famosa Samsung ad esempio si è vista recapitare una mega sanzione di ben 14 milioni di dollari in Australia (equivalenti a 9,6 milioni di dollari americani, o 9,18 milioni di euro) per pubblicità ingannevole.
Il fatto è accaduto tra marzo 2016 e ottobre 2018, quando una campagna marketing che comprendeva spot televisivi, cartelloni pubblicitari e post sui social network mostrava sette diversi modelli di telefoni Galaxy completamente immersi in acqua. Ci riferiamo al Galaxy S7, Galaxy S7 Edge, Galaxy A5 2017, Galaxy A7 2017, Galaxy S8, Galaxy S8 Plus, Galaxy Note 8. Gli spot parlavano ingannevolmente di certificazioni IP, nonché resistenza all’immersione fino a 1,5 m per 30 minuti.
Tutto meraviglioso, se solo fosse stato vero. Il problema non da poco è che la società sudcoreana aveva effettuato i test in laboratorio con acqua dolce, mentre nell’acqua marina e della piscina si trovano rispettivamente sale e cloro. Queste due sostanze sono corrosive e possono compromettere in modo significativo diverse parti di un dispositivo, in particolare la porta di ricarica.
Col passare dei mesi l’ACCC, ovvero l’autorità Antitrust australiana, aveva detto di aver ricevuto centinaia di segnalazioni di smartphone guasti dopo l’immersione.
Le indagini avevano avuto inizio già dal 2019, ma Samsung ha in altre parole collaborato con l’ACCC e concordato un patteggiamento. Da qui entrambi hanno sottolineato che i modelli lanciati in Australia da marzo 2018 non presentano più gli stessi rischi di corrosione della porta di ricarica quando questa viene a contatto con sale o cloro, ed è avvenuta anche la correzione dell’advertising.