I consumi di energia, per il quinto trimestre consecutivo, sono in aumento del 2,5%. Sempre secondo l’analisi di Enea, sono anche in crescita le emissioni di CO2 con un aumento dell’8% per via del maggior utilizzo di fonti fossili. Il tutto è peggiorato anche per via del crollo idroelettrico nonostante l’incremento di energia eolica e solare.
«Il balzo delle emissioni di anidride carbonica e i prezzi record dell’energia hanno fortemente penalizzato l’ISPRED – spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi – A questi livelli, per rispettare i nuovi obiettivi europei Fit for 55 (riduzione al 2030 del 55% delle emissioni nette dell’UE rispetto al 1990) sarà necessario un taglio di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi otto anni».
Per quanto riguarda le emissioni di CO2, invece, la causa è rintracciabile per il 40% dal settore terziario, trasporti e residenziale e per il 60% a industrie consumatrici di energia e alla produzione di energia elettrica da carbone, in aumento rispetto agli ultimi 20 anni. I consumi di carbone hanno quindi determinato l’aumento della domanda, ritornata quasi ai livelli pre-pandemia.
“Tuttavia – continua Gracceva – la forte ripresa dei volumi di traffico di passeggeri e merci su strada, tornati ai livelli pre-pandemia, porta a stimare una crescita dei consumi di energia ben superiore al 2% anche nel secondo trimestre, con una previsione di oltre il 2% per tutta la prima metà dell’anno. Si tratta di valori maggiori a quelli registrati nell’Eurozona, dove l’incremento trimestrale è stato di poco superiore all’1%, un trend che prosegue dallo scorso anno anche per le emissioni”.